Materiali ed apparecchiture

I moduli fotovoltaici


I moduli possono essere: monocristallini, policristallini, amorfi

  1. Per produrre i wafer in silicio monocristallino si parte da un bagno fuso di silicio puro. In questo bagno viene immerso un seme di silicio monocristallino, che ha una struttura cristallina ordinata. Quello che si ottiene alla fine del processo è un cilindro lungo anche 2 metri di silicio monocristallino. Si procede poi con il taglio mediante seghe a filo, in modo da ottenere i wafer veri e propri. I wafer devono essere successivamente squadrati in modo da permettere una adeguata copertura della superficie del modulo.

  2. Il procedimento industriale che porta alla formazione dei wafer di silicio policristallino è di più recente concezione. Si parte sempre da un bagno fuso di silicio purificato il quale viene fatto raffreddare in lingotti (parallelepipedi). Gli atomi in questo caso non hanno una direzione preferenziale di crescita, quindi si disporranno in modo casule all’interno della struttura cristallina. Durante la fase di solidificazione nell’interfaccia fra un grano e l’altro vengono a depositarsi delle impurità che ostacolano il flusso della corrente, diminuendone leggermente l’efficienza di conversione fotovoltaica. Dopo il taglio si ottengono wafer di forma quadrata.

  3. I moduli in silicio amorfo si ottengono mediante deposizione di uno strato di silicio dello spessore di 400-500 micrometri a partire da un gas a base di silicio (Silano o suoi derivati) su una lastra di vetro che funge da supporto. Il procedimento è chiamato "scarica a bagliore". Con unico passaggio si possono ottenere moduli con superfici anche di 1 m2, evitando quindi le costose fasi di crescita del lingotto, taglio e saldatura dei wafer caratteristici dei procedimenti precedenti. Le celle in silicio amorfo però, una volta esposte al sole, subiscono un brusco decadimento dell’efficienza nel tempo.

 Attualmente, il miglior compromesso a livello commerciale tra efficienza, affidabilità e prezzo, è raggiunto dai moduli policristallini.

Stanno affacciandosi sul mercato anche altre tipologie, come le pellicole fotovoltaiche” Le pellicole fotovoltaiche si possono ottenere per deposizione chimica sottovuoto su pellicole di plastica. E' possibile depositare fino a tre strati di silicio, drogato con elementi diversi, in modo da avere una sensibilità dell'effetto fotovoltaico a tre bande diverse di colore (cosiddetta "tripla giunzione"). I film sono poi completati da sottili fili conduttori e da un film trasparente di copertura e sono perfettamente flessibili.

L'inverter


L’inverter deve sottostare ad alcune norme tecniche che sfortunatamente non sono standardizzate per tutta Europa, quindi il futuro proprietario di un tetto fotovoltaico deve verificare l’effettiva compatibilità dell’inverter con le norme del proprio paese, prima di considerare qualsiasi altro criterio di scelta. I criteri di qualità sono: tensione, frequenza e sfasamento della corrente, sicurezza (scollegare la rete in caso di black-out) e affidabilità nel tempo.

Inoltre va verificato:

• che il rendimento sia pari al 90% a un livello di potenza superiore del 5% a quello nominale (è il livello medio degli apparecchi sul mercato);

• che siano regolabili all'interno i parametri per adattarsi alla rete elettrica locale (da riaggiustare dopo qualche mese dall'avvio);

• che ci sia una protezione (interna o esterna) da sovratensioni di rete (fulmini). Questo è uno dei punti delicati da verificare, perché è la principale causa di panne.

Le caratteristiche principali di un inverter sono: la potenza di output nominale; la potenza di spunto; l'efficienza di output e la forma d'onda dell'output.

Vi sono vari tipi di inverter, le tipologie principali disponibili sul mercato sono:

Dispositivi di connessione


E’ previsto che un impianto fotovoltaico duri per diversi decenni. Di conseguenza è di grande importanza la qualità delle giunzioni elettriche, individuate da tre parametri principali che devono essere sempre controllati:

  1. I cavi elettrici esterni (tra i pannelli e dai pannelli all’inverter) devono essere di qualità appropriata. Sono raccomandati i cavi a doppio isolamento e resistenti ai raggi UV.

  2. Le connessioni propriamente dette e l'ingresso nelle scatole e nell’inverter devono essere realizzati con grande cura per assicurare lunga durata e resistenza all’acqua. Una buona soluzione è l’uso di pannelli pre-cablati e di cavi speciali estensibili dotati di dispositivi di connessione rapida, polarizzati ed impermeabili. Il loro maggior costo è ampiamente compensato dalla facilità e rapidità di posa.

I moduli fotovoltaici generalmente producono un basso voltaggio e un’alta corrente, perciò, al fine di evitare grosse perdite lungo i cavi, occorre prestare attenzione ad alcuni elementi:

• Le sezioni dei cavi devono essere attentamente calcolate; così facendo si possono ridurre le perdite sotto il 2%.

• La disposizione dei pannelli in serie è preferibile al parallelo, al fine di aumentare la tensione nominale del campo.

Dispositivi di sicurezza


Trattandosi sostanzialmente di impianti elettrici, i dispositivi di sicurezza rivestono un'importanza fondamentale e quindi tutto il sistema FV deve essere realizzato osservando scrupolosamente tutte le disposizioni di legge e di norme tecniche di esecuzione. Per tal motivo è importante che l'impianto disponga di una adeguata messa a terra mentre, anche se non obbligatorio, è consigliabile (anche in relazione alle caratteristiche del sito si installazione)  l'adozione di un sistema di protezione antifulmine.


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