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.La leggenda del Santo Patrono |
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Verso la metà del VI secolo i Greci Bizantini posero l’assedio a Genzano che a differenza dei paesi limitrofi non solo non volle sottomettersi, ma si difese strenuamente. Per lungo tempo tenne inchiodato nel suo territorio un numero rilevante di nemici. Cinto di solide mura, munito di ben due castelli, il nostro paese poté frenare le orde che, a guisa di acque torrenziali, dilagavano per le regioni dell’Italia. I nemici umiliati dall’inaspettata resistenza, ottenuti i rinforzi, decisero di radere al suolo l’abitato e, all’uopo, piazzarono le loro macchine d’assalto sulla collina di Montefreddo che dominava completamente il paese distante appena un tiro di balestra. L’attacco venne fissato per il giorno 17 gennaio dell’anno 554.
Nella notte tra il 16 e il 17 gennaio cadde una insolita nevicata che in poche ore, coprì di un pesante strato di neve gli accampamenti e rese inservibili le macchine belliche. Il maltempo imperversò per circa un mese e il nemico, stanco della lunga attesa, tolse l’assedio e marciò verso Oppido.
Genzano vide nella provvidenziale nevicata un miracolo di S. Antonio Abate la cui festività ricorreva e ricorre nel giorno destinato alla distruzione del nostro paese e, in segno di eterna gratitudine, elesse a suo speciale protettore il celebre Anacoreta della Tebaide
(Ettore Lorito – Genzano di Basilicata). Anticamente e per lungo tempo, lo stemma di Genzano fu probabilmente proprio quello su riportato e rappresentante S. Antonio Abate.