Riutilizzo del Centro Antico ed espansione UrbanA
La
problematica inerente al recupero dei Centri Antichi ha coinvolto e spesso
contrapposto urbanisti, economisti e sociologi intorno al problema della scelta
tra il riutilizzo dell'esistente e l'espansione urbana.
I
fautori del secondo tipo di intervento hanno voluto portare a sostegno della
loro tesi la constatazione, per niente scontata, che l'espansione è sinonimo e
garanzia di sviluppo economico e sociale, mentre la conservazione ed il restauro
dell'edilizia storica assumono il significato di fossilizzazione dell'ambiente
urbano.
Invece,
è vero il contrario: ne è un esempio inconfutabile la condizione di vita nelle
grandi e piccole periferie urbane.
D'altra
parte il fallimento di molti interventi di recupero dei centri storici è senza
dubbio da imputare alla concorrenza della speculazione edilizia periferica che,
prospettando il miraggio di "un migliore vivere civile", ha
contribuito all'esodo urbano delle popolazioni.
Sviluppo
e conservazione, in realtà, possono coincidere e coesistere se per sviluppo si
intende il miglioramento delle condizioni abitative dei centri degradati che ne
permetta il riutilizzo sociale.
Per
fare ciò è necessario evitare nuove espansioni e coordinare gli sforzi
economici in questa direzione.
Il
recupero assume così il significato di "sviluppo qualitativo"
dell'habitat urbano che si oppone a quello quantitativo proprio della
speculazione edilizia. Esso, inoltre, impedisce ed arresta il fenomeno ormai
dilagante del trasferimento dei ceti popolari meno abbienti e delle loro attività
nelle periferie contribuendo alla conservazione di un patrimonio di cultura
popolare che altrimenti andrebbe disperso.
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