SCHEMA DIAGRAMMATICO DELLO STATO ATTUALE E CONCLUSIONI

La tavola illustra, in forma diagrammatica, le diverse valenze morfologiche, ambientali e storiche dell'abitato di Genzano di Lucania.

Da essa risulta evidente, come alle origini, l'insediamento aveva un impianto a cresta e come poi si sia spostato verso una migliore esposizione ubbidendo quasi ad una naturale legge fisica.

Sono, altresì, facilmente individuabili quelli che erano gli antichi limiti naturali (il Vallone dei Greci e Vallone G. Michele) e come la quasi totalità delle attrezzature d'interesse pubblico sia ubicata nella parte di "recente" costruzione del paese.

Risulta pure evidente come il "corso" ( Via Vittorio Emanuele) abbia ormai assunto tutte le caratteristiche di centro della vita sociale e di asse commerciale della cittadina consolidandosi prima nella tradizione e quindi nella cultura genzanese.

Queste brevi note ci chiariscono che se si vuole recuperare il "vecchio centro" bisogna operare in certe precise direzioni. Queste sono:

1.    migliorare la viabilità carrabile;

2.   creare i necessari parcheggi;

3.   consentire ed incoraggiare la creazione ed il miglioramento di locali terranei da adibire a garages;

4.   creare strutture sociali anche mediante espropri ed acquisizione di manufatti da parte del Comune.

Risulta ancora evidente come il C.A. sia carente di verde e di aree da adibire a parcheggi.

Come risulta dagli allegati grafici e descrittivi, Genzano ha subito, a causa del sisma, danni rilevanti a tutto il suo patrimonio edilizio e in particolare nel C.A. che, per la sua conformazione di cresta, risulta essere particolarmente sensibile agli eventi tellurici.

Del resto l'architettura di Genzano, ad eccezione di alcuni casi, è assolutamente ordinaria sia dal punto di vista formale che costruttivo. Le fondazioni sono, generalmente, poco profonde e spesso inesistenti, i muri portanti sono realizzati in muratura ordinaria a sacco, i legnati risultano degradati per l'esposizione alle intemperie dovuta alla mancanza di intonaci o all'assenza di manutenzione, mentre i solai e i tetti sono generalmente spingenti.

-u-

Il Piano di Recupero, redatto ai sensi della Legge N. 457/'78 prevede:

a)   Interventi di natura edilizia;

b)   Interventi di natura urbanistica;

c)   Normativa d'attuazione;

d)   Commissione di Piano.

Gli interventi di cui al punto a) sono finalizzati al recupero funzionale del patrimonio edilizio esistente attraverso una serie d'interventi (primo tra tutti l'adeguamento antisismico) appresso dettagliatamente definiti.

Gli interventi di cui al punto b) sono finalizzati alla sistemazione delle aree di sedime destinate a parcheggi e a verde pubblico attrezzato oltre che al potenziamento della strada che collega il C.A. alla fontana di Capo d'Acqua.

I fabbricati già demoliti totalmente o parzialmente a causa del sisma del 23/11/1980 saranno ricostruiti col volume preesistente ad eccezione delle unità minime d'intervento 6 e 11 del Comparto N.6

In particolare l'U.M.I. N° 6 sarà destinata a V.P.A. e l'U.M.I. N° 11 sarà ricostruita con volume e altezza inferiori a quelle preesistenti ed affidata in gestione a privati cittadini che intendono avviare un'attività di carattere commerciale o artigianale.

Il Centro Antico di Genzano risulta essere completamente privo di attrezzature se escludiamo palazzo De Marinis che fino al 23/11/1980 era la sede del Municipio (trasferito temporaneamente presso il poliambulatorio in attesa (della realizzazione della nuova sede). In una situazione di questo genere e con un patrimonio edilizio consistente ma spesso degradato, appare ovvio come qualsiasi ipotesi progettuale che interessi il C.A., non possa prescindere dalla individuazione di determinate aree e manufatti da destinare a servizi pubblici.

L'analisi condotta in questo senso ci ha portato ad individuare nella sede del vecchio Municipio, nel palazzo Bonifacio e nell'ex caserma gli edifici da destinare ad attrezzature. In particolare si propone palazzo De Marinis come sede dell'Ufficio di Collocamento nella prospettiva di una più vasta competenza territoriale.

L'ex caserma e palazzo Bonifacio, dopo l'acquisizione al patrimonio pubblico e le opportune opere di consolidamento, saranno adibite rispettivamente a sede del decentramento amministrativo e attività culturali in genere (centro sociale, biblioteca, ecc.).

Si precisa infine che è stato fatto quanto possibile per il riequilibrio degli standards urbanistici secondo quanto previsto dal D.M. 2/4/1968 n.1444 e che è risultato soddisfatto ampiamente solo l'indice relativo alle attrezzature di interesse comune. Gli altri indici non risultano verificati per l'impossibilità di reperire aree adeguate all'interno del Centro Antico.

Tuttavia, qualora si portasse ad effetto quanto previsto nelle "Indicazioni per il Recupero" allegate al presente Piano, il dettato del D.M. N° 1444/'68 verrebbe ampiamente rispettato.  ....

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