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Curricolo presentato in occasione della domanda di ammissione alla magnifica

ACCADEMIA DELLI CRUSCHI

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CURRICOLO (o qualcosa del genere) nel quale si cercherà di dare, per quanto possibile, notizie sommarie e circoncise del viatico sin'ora percorso dall'aspirante paparulo, cosiddetto u'Ciarachal.

U'guaglione si affacciò alla vita nel secolo quell'altro prima di questo, nell'anno 55 compiendo quest'anno i suoi 55.

Il cinque, si sa, è il numero magico per eccellenza. Per alcuni rappresenta l'unione tra il principe celeste con il principio materno terrestre, raffigura i cinque sensi e le cinque forze, è l'espressione perfetta della somma unione tra maschio e femmina ed è la cifra dell'armonia cosmica. Il cinque è alla base del pentagramma o pentacolo dei pitagorici, la stella sacra inscritta nel pentagono regolare da cui, con precisi rapporti, si risale facilmente a quella che in altri tempi fu definita "Divina Proportione" e poi comunemente appellata come Sezione Aurea.

Il Grande Architetto dell'universo ha fatto un largo uso del numero cinque e lungo la strada del nostro Aspirante ve ne sono due nell'anno di nascita e altri due nel tempo trascorso.

Quale significazione potrà avere tutto ciò per l'oggi e pel domani non è dato sapere e difatti il muto oracolo (che per definizione muto è) si agita e si arrovella. Infine, tranquillo, tace. 

Ma il Nostro, che è campione di somma ciutarrìa, sostiene sul suo onore che non è certo un caso sporadico se quattro cinque si trovano apparigliati a coppie sulla sua strada. Grandi e mirabolanti eventi sono in accadimento prossimo venturo per sé stesso e per i prodi e ardimentosi compagni d'arme.

Così lui penza, così lui crete, così lui dice quando infine s'affacciò allo stanco mondo nel secolo quell'altro prima di questo: era una chiara e fresca domenica di aprile. Il pianeta, stupito, si accinse ad ospitare un altro fiero figlio di Adamo.

Qui la storia andrebbe per le lunghette ma, avendo principiato con solenne dichiarazione che si sarebbe stati brevi e circoncisi diamo dunque un taglio sulle compiute primarie gesta. Altri e dettagliati particolari le genti curiose puotono comunque avere se si arrischiano a varcare la soglia di un melenso luogo irreale e sparpagliato per l'etere in cui l'Aspirante Cruschico ha depositato a futura e temporanea memoria.

Dunque diciamo solo che u'guaglione, dopo aver molto faticato a causa della modesta capacità cranica, nel tempo di norma assegnato per ottenere la qualifica di Capo Mastro, si presentò alla discussione di una originale e ardita quanto ignobile teoria secondo la quale da innominabili sostanze si può trarre grande giovamento. Il riferimento esplicito era all'energia e l'aggettivo più appropriato fu "alternativa". Dunque "Energia alternativa". L'epoca mal digeriva il soggetto e non tollerava affatto l'aggettivo sicché dalla sbigottita platea si levò una imbarazzata domanda: "Ma insomma… parliamo di merda ?" (con l'accento sul punto interrogativo).

In illo tempore u'guaglione, intemerato e ardimentoso, abbozzò un vocalizzo che in tal modo si dischiudeva: "…dai diamanti non nasce niente, dalla merda nascono i fior !" Così, agguantata la pergamena prima che qualcuno ci ripensasse, saltò sul suo Benelli 125 modello enduro e partì alla volta della sua Lucania. Se lo interrogate sul perché lo fece e, soprattutto, sul perché restò altro non otterrete che il responso del già getto muto oracolo (che per definizione muto è): si agita e si arrovella. Infine, tranquillo, tace. Sta di fatto che il suo indomito Benelli 125, dopo aver percorso le più lunghe e svariate strade e aver contato tutti i sampietrini di Roma, arrivato infine alle porte del natio villaggio esalò il suo ultimo e stanco Wrooom ! Un segno del Destino ?

Nella terra dei cafoni, essendo egli stesso un autentico C.G.I. (Cafonissimo Geneticamente Inmodificato) con patente D.O.C., diede inizio alla sua attività erigendo capanne e dimore, pagliai, spelonche e palazzi senza tralasciare regge e castelli (per lo più in aria e talvolta di sabbia, con grande gaudio collaborativo delle tre figlie). Qui restò temporaneamente sopito il suo primo amore per l'energia alternativa, i tempi non erano maturi e poi, effettivamente, nonostante l'abbondanza della materia prima, parlarne e proporla suscitava sempre un certo imbarazzo.

Oggidì l'argomento è di grande attualità ed ha un altro conio, si chiamano (perché son tante) Le rinnovabili, sono monocromatiche e immancabilmente verdi. In genere non puzzano… U'guaglione (che ormai tanto guaglione non è più) è quindi tornato con rinnovato interesse ad occuparsi dei modi per trarre energia da fonti non fossili, ha messo in piedi un'impresuccia ed è ormai pronto sulla pista di decollo.

Il pallino dell'energia con l'aggettivo alternativa però gli è restato, così spesso si sorprende a pensare che uno studio di fattibilità sulla ricarica automatica del suo cellulare (che in genere porta in tasca e nelle immediate vicinanze della possibile fonte energetica) con energia eolica autoprodotta, in fondo non è un'idea tanto bizzarra: avete idea di quanta energia eolica possiamo auto-produrre quotidianamente ? (certo, chi più chi meno, non tutti abbiamo le stesse risorse…)

Avviandoci ora alla conclusione di questo sgangherato Curricolo, ricordiamo che in principio si è dato cenno al nomignolo scelto che è u'Ciarachal, ne diciamo dunque il perché.

Il padre è stato un Ciarachal così come il nonno (di cui porta stesso nome e cognome), così pure il bisnonno e più indietro nel tempo non si sa.
U ciaràch, nella lingua locale, è qualcosa che assomiglia a uno schizzo, uno scarabocchio.
Può essere assimilato alla rappresentazione sintetica di un'idea, un progetto di qualcosa.
Tra gli avi e fin dove la memoria soccorre si ha notizia solo di contadini ma, evidentemente, per qualcuno era chiaro che un giorno, prima o poi, ci sarebbe stato uno che avrebbe fatto ciaràch e dei tanti ciaràch ne avrebbe fatto un mestiere.

Uno come il sottoscritto, appunto. Un Ciarachal di professione.

E così, alla fine, non sono stato né sommario né preciso e pure tantomeno circonciso.

Ma va là, così va il mondo. Ho detto la mia, voi dite la vostra.

 

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un cruschico saluto a Ritapavone, Zampanò, Riccio, Paganella, Enotrio Lucano, Giotto, Puck, L'indiana, Sottapera, Isla, Papillon, Lu Lup, Fra Tack, ai tanti che la mia fallace memoria non ricorda e, infine, al sommo paparulo Antares