La lunga marcia del fotovoltaico. Un po' di storia

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Le prime applicazioni pratiche nella corsa allo spazio


L'Aeronautica e l'Esercito statunitensi seguirono molto da vicino lo sviluppo della cella solare a silicio presso i Laboratori Bell. Entrambi ritenevano che il fotovoltaico potesse costituire la fonte energetica ideale per un progetto top secret: i satelliti artificiali orbitanti attorno alla Terra. Ma l'incarico di lanciare il primo satellite americano venne affidato alla Marina Militare, che respinse la tecnologia fotovoltaica perché non collaudata. Grazie a un'assidua crociata condotta da Hans Ziegler, del Corpo del Genio Trasmissioni dell'esercito statunitense, la Marina finì per cedere e installò un doppio sistema energetico (batterie chimiche e celle solari a silicio) sul satellite Vanguard: le batterie si esaurirono dopo una settimana circa, le celle solari invece funzionarono per anni.

 

 

 

 

 

Fig. 1

Fig. 2

Nella Fig. 1, uno scienziato indica uno dei quattro gruppi di celle posti sulla superficie di un satellite Vanguard detto “satellite pompelmo” per forma e dimensioni.

Le ricerche dall'altra parte della "cortina di ferro" marciavano di pari passo: lo Sputnik 3°, lanciato tre settimane dopo il primo Vanguard americano, fu il primo satellite sovietico con sistema telemetrico alimentato da celle solari al silicio. Nella Fig. 2 un moderno satellite alimentato da celle solari.

Per quanto possa apparire incredibile, l'energia fotovoltaica fu impiegata anche nella guerra del Vietnam.

La CIA voleva conoscere l'entità del traffico sul Sentiero di Ho Chi Minh ma, con chiara evidenza, le circostanze impedivano l'uso di rilevatori umani in loco. Allora l'organizzazione impiegò le Forze Speciali per installare delle schiere di celle fotovoltaiche che fornivano elettricità a dei sensori termosensibili nascosti.


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